Sloe Gin
REGOLAMENTO (UE) 2019/787 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 aprile 2019 relativo alla definizione, alla designazione, alla presentazione e all'etichettatura delle bevande spiritose, all'uso delle denominazioni di bevande spiritose nella presentazione e nell'etichettatura di altri prodotti alimentari, nonché alla protezione delle indicazioni geografiche delle bevande spiritose e all'uso dell'alcole etilico e di distillati di origine agricola nelle bevande alcoliche, e che abroga il regolamento (CE) n. 110/2008.
ALLEGATO I, CATEGORIE DI BEVANDE SPIRITOSE
35. Sloe Gin
a) Lo sloe gin è il liquore ottenuto dalla macerazione di prugnole nel gin, con eventuale aggiunta di succo di prugnole.
b) Il titolo alcolometrico volumico minimo dello sloe gin è di 25 % vol.
c) Nella produzione dello sloe gin possono essere utilizzate solo sostanze aromatizzanti e preparazioni aromatiche naturali.
d) La denominazione legale può essere completata con il termine «liquore».
Lo Sloe Gin è un tradizionale liquore inglese prodotto facendo macerare le drupe di Prunus Spinosa L., in italiano prugnolo, nel Gin, eventualmente addolcendolo con sciroppo dello stesso frutto e zucchero, potendolo diluire fino a raggiungere un titolo alcolometrico minimo del 25%. Non esiste una ricetta standard, tuttavia la tradizione britannica consiglia di raccogliere i frutti dopo la prima gelata invernale e pungerli con una spina presa dal cespuglio su cui crescono, sconsigliando l’utilizzo di attrezzi metallici a meno che non siano d’argento. Le prugnole vanno poi poste a macerare con zucchero e Gin in barattoli dal collo largo sigillati e girati regolarmente per mescolare gli ingredienti, all’inizio ogni giorno e poi un paio di volte a settimana, conservandoli in un luogo fresco e buio. Dopo tre mesi le prugnole esauste vengono tolte dal liquore e tradizionalmente trasformate in marmellata mentre il liquido viene filtrato, talvolta decantandolo per eliminare più sedimenti possibili, e travasato in contenitori puliti, con la possibilità di regolare ulteriormente la dolcezza anche alla fine del processo di estrazione.
Poiché la produzione ed il consumo di Sloe Gin si perde fra le brume delle brughiere inglesi, lontano dalle testimonianze e dalle cronache cittadine, è difficile ricostruirne precisamente la storia. Molto probabilmente arrivò per primo il Gin, anzi le bevande aromatizzate con il ginepro la cui diffusione in Inghilterra sembra sia imputabile all’alleanza con gli Olandesi durante la Guerra dei Trent’Anni, svoltasi fra il 1618 ed il 1648, dove i militari britannici avrebbero testato il Dutch Courage, nome con cui veniva chiamato il Jenever dai soldati che avevano l’abitudine di assumerlo, in moderate dosi, prima di iniziare la battaglia. Quando poi Guglielmo III salì al trono inglese, nel 1689, incoraggiò l'ascesa della distillazione britannica e rese molto più facile la produzione di alcolici con il Distilling Act del 1690. Questa legge liberale, unita al gusto per gli alcolici aromatizzati al ginepro, generò, soprattutto a Londra, un aumento della produzione di Gin che al suo apice, attorno al 1730, ammontava a 53 litri per persona all’anno, somministrati in oltre 7000 negozi di alcolici autorizzati, senza poter tener conto della fabbricazione clandestina dilagante tanto che si racconta che una casa londinese su cinque distillasse.
In questo periodo storico, ribattezzato con il nome di Gin Craze, la qualità del Gin andò velocemente a calare, in primis per la concorrenza tra i produttori che iniziarono ad utilizzare cereali di minor pregio ma anche per le scarse conoscenze tecniche e chimiche degli stessi, che non tagliavano le teste di distillazione e sovente aromatizzavano l’acquavite con acidi e resine dagli effetti dannosi per l’organismo. Questo decadimento della qualità del prodotto, oltre che della qualità della vita dei suoi fruitori provocò due conseguenze: la prima, politica, con la promulgazione da parte di re Giorgio II dei Gin Acts, che limitavano produzione e vendita di questo distillato, la seconda, merceologica, che vide l’affermarsi di nuove tipologie di Gin. Secondo alcune ricostruzioni storiche la nascita dello Sloe Gin va collocata in questo periodo, il XVIII secolo in Inghilterra, durante la più ampia diffusione del Gin e nel momento di minor qualità del distillato che motivava l’edulcorazione con svariate botaniche, fra cui il prugnolo selvatico, le cui piante erano al tempo utilizzate per separare fra di loro gli appezzamenti di terra dei privati. Probabilmente la disponibilità di questo frutto ha spinto qualcuno a mescolarlo al gin ed il risultato ha riscosso successo, diffondendo l’abbinamento e conservando questa tradizione fino ai giorni nostri, nonostante le svariate evoluzioni tecniche avvenute per questa tipologia di distillato.
Sloe Gin
REGOLAMENTO (UE) 2019/787 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 aprile 2019 relativo alla definizione, alla designazione, alla presentazione e all'etichettatura delle bevande spiritose, all'uso delle denominazioni di bevande spiritose nella presentazione e nell'etichettatura di altri prodotti alimentari, nonché alla protezione delle indicazioni geografiche delle bevande spiritose e all'uso dell'alcole etilico e di distillati di origine agricola nelle bevande alcoliche, e che abroga il regolamento (CE) n. 110/2008.
ALLEGATO I, CATEGORIE DI BEVANDE SPIRITOSE
35. Sloe Gin
a) Lo sloe gin è il liquore ottenuto dalla macerazione di prugnole nel gin, con eventuale aggiunta di succo di prugnole.
b) Il titolo alcolometrico volumico minimo dello sloe gin è di 25 % vol.
c) Nella produzione dello sloe gin possono essere utilizzate solo sostanze aromatizzanti e preparazioni aromatiche naturali.
d) La denominazione legale può essere completata con il termine «liquore».
Lo Sloe Gin è un tradizionale liquore inglese prodotto facendo macerare le drupe di Prunus Spinosa L., in italiano prugnolo, nel Gin, eventualmente addolcendolo con sciroppo dello stesso frutto e zucchero, potendolo diluire fino a raggiungere un titolo alcolometrico minimo del 25%. Non esiste una ricetta standard, tuttavia la tradizione britannica consiglia di raccogliere i frutti dopo la prima gelata invernale e pungerli con una spina presa dal cespuglio su cui crescono, sconsigliando l’utilizzo di attrezzi metallici a meno che non siano d’argento. Le prugnole vanno poi poste a macerare con zucchero e Gin in barattoli dal collo largo sigillati e girati regolarmente per mescolare gli ingredienti, all’inizio ogni giorno e poi un paio di volte a settimana, conservandoli in un luogo fresco e buio. Dopo tre mesi le prugnole esauste vengono tolte dal liquore e tradizionalmente trasformate in marmellata mentre il liquido viene filtrato, talvolta decantandolo per eliminare più sedimenti possibili, e travasato in contenitori puliti, con la possibilità di regolare ulteriormente la dolcezza anche alla fine del processo di estrazione.
Poiché la produzione ed il consumo di Sloe Gin si perde fra le brume delle brughiere inglesi, lontano dalle testimonianze e dalle cronache cittadine, è difficile ricostruirne precisamente la storia. Molto probabilmente arrivò per primo il Gin, anzi le bevande aromatizzate con il ginepro la cui diffusione in Inghilterra sembra sia imputabile all’alleanza con gli Olandesi durante la Guerra dei Trent’Anni, svoltasi fra il 1618 ed il 1648, dove i militari britannici avrebbero testato il Dutch Courage, nome con cui veniva chiamato il Jenever dai soldati che avevano l’abitudine di assumerlo, in moderate dosi, prima di iniziare la battaglia. Quando poi Guglielmo III salì al trono inglese, nel 1689, incoraggiò l'ascesa della distillazione britannica e rese molto più facile la produzione di alcolici con il Distilling Act del 1690. Questa legge liberale, unita al gusto per gli alcolici aromatizzati al ginepro, generò, soprattutto a Londra, un aumento della produzione di Gin che al suo apice, attorno al 1730, ammontava a 53 litri per persona all’anno, somministrati in oltre 7000 negozi di alcolici autorizzati, senza poter tener conto della fabbricazione clandestina dilagante tanto che si racconta che una casa londinese su cinque distillasse.
In questo periodo storico, ribattezzato con il nome di Gin Craze, la qualità del Gin andò velocemente a calare, in primis per la concorrenza tra i produttori che iniziarono ad utilizzare cereali di minor pregio ma anche per le scarse conoscenze tecniche e chimiche degli stessi, che non tagliavano le teste di distillazione e sovente aromatizzavano l’acquavite con acidi e resine dagli effetti dannosi per l’organismo. Questo decadimento della qualità del prodotto, oltre che della qualità della vita dei suoi fruitori provocò due conseguenze: la prima, politica, con la promulgazione da parte di re Giorgio II dei Gin Acts, che limitavano produzione e vendita di questo distillato, la seconda, merceologica, che vide l’affermarsi di nuove tipologie di Gin. Secondo alcune ricostruzioni storiche la nascita dello Sloe Gin va collocata in questo periodo, il XVIII secolo in Inghilterra, durante la più ampia diffusione del Gin e nel momento di minor qualità del distillato che motivava l’edulcorazione con svariate botaniche, fra cui il prugnolo selvatico, le cui piante erano al tempo utilizzate per separare fra di loro gli appezzamenti di terra dei privati. Probabilmente la disponibilità di questo frutto ha spinto qualcuno a mescolarlo al gin ed il risultato ha riscosso successo, diffondendo l’abbinamento e conservando questa tradizione fino ai giorni nostri, nonostante le svariate evoluzioni tecniche avvenute per questa tipologia di distillato.
La Selezione di Ferrowine:
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