Belgian Ale

Nel 2016 la cultura della birra belga è stata dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO, a testimoniare il radicamento di questa bevanda nella cultura del logo. Attività domestica nell’età antica, si sviluppa nei monasteri medioevali, centri di cultura del tempo dove il suo consumo era favoreggiato data la scarsa salubrità dell’acqua e parallelamente, a partire dal 1300, si svilupparono le corporazioni di birrifici laici nelle città a vocazione commerciale di Bruges, Liegi e Bruxelles, che verranno abolite quasi 500 anni dopo, durante l’occupazione francese. Il XIX secolo vede la costituzione dell’Associazione fabbricanti di birra, la nascita delle prime scuole di birrificazione, il rintegro delle comunità monastiche nelle abbazie abbandonate durante la rivoluzione francese, arrivando a contare 3200 produttori all’inizio del 1900, numero che verrà drasticamente ridotto dagli strascichi economici e sociali delle due guerre mondiali, e nonostante una crescente diffusione a livello mondiale nei canali della Grande Distribuzione Organizzata raggiungerà quota 115 a metà degli anni ’90. La spinta del mercato artigianale e la curiosità verso gli stili più peculiari stanno fortunatamente facendo registrare un’inversione di tendenza.

Fra le birre ad alta fermentazione del Belgio troviamo le Blanche, birre che utilizzano anche frumento e spezie e le Saison, stile variegato che richiama i prodotti tradizionali delle fattorie. Di origine monastica le Belgian Single, le Dubbel e le Tripel mentre hanno origine laica le Blonde Ale, le Strong Golden Ale e le Strong Dark Ale. Sono stili caratteristici del Belgio anche Flemish Red Ale e Lambic, tuttavia l’origine fermentativa, mista nel primo caso e spontanea nel secondo le escludono da questo novero.

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