Vino kosher

Kosher o Kasher, termine ebraico che vuol dire adatto, implicitamente, alla consumazione, indica i prodotti conformi alle regole della religione ebraica, seguendo gli insegnamenti della Torah. Per poter fregiare un vino di questo appellativo vanno rispettati i numerosi dettami della Kasherut, l’insieme delle norme che insegnano quali sono i cibi permessi e il modo in cui devono essere preparati, e deve essere controllato in ogni sua fase e certificato da un Rabbino che garantisca l’osservanza totale delle regole. Già in vigna vanno rispettati dettami ben precisi: è assolutamente vietato lavorarla il sabato, non devono essere presenti altre piante ortofrutticole tra i filari, la vendemmia può avvenire solo dal raggiungimento del 4° anno della pianta, ogni sette anni va lasciata a riposo per un anno sabbatico e tutti gli strumenti utilizzati devono essere kosher. Quando l’uva giunge in cantina solo gli ebrei osservanti possono manipolarla e tutte le operazioni di cantina devono essere fatte da personale abilitato che avrà anzitempo kosherizzato tutti gli impianti, smontandoli e pulendoli a fondo, sostituendo le parti in gomma con pezzi nuovi. I prodotti coadiuvanti come i filtri in materiale organico devo essere kosher. I vini poi possono essere Mevushal o non Mevushal. Nel primo caso hanno subito una pastorizzazione flash, che permette al prodotto di mantenere le caratteristche kosher anche se servita da personale non ebreo.

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