La radici di questo vino risiedono nel passato della dinastia Biondi Santi, una famiglia di Montalcino. Clemente Biondi Santi, un farmacista appassionato di vini, diede vita al Brunello di Montalcino nel 1820, sperimentando con i vitigni di Sangiovese sfruttano tecniche vitivinicole al tempo moderne. La prima bottiglia effettivamente nominata Brunello di Montalcino fu presentata da Clemente nel 1865 e da quell'anno la fama di questo eccellente vino non ha potuto che crescere, fino a diventare uno dei maggiori esempi della qualità dell'enologia italiana.
Nel 1966 fu concessa al Brunello di Montalcino la Denominazione di Origine Controllata (DOC), insieme alla fondazione di un consorzio di tutela. Iniziava così ad essere commercializzato e valorizzato, con una produzione sempre più competitiva grazie alla la riconversione dei vigneti e l'ammodernamento delle cantine. Ebbe un importante ruolo per la storia del Brunello la produzione degli anni Ottanta, decade in cui ottenne la Denominazione di origine controllata e garantita (DOCG).
Gli elementi distintivi del Brunello di Montalcino
Il Brunello di Montalcino è visivamente limpido e brillante, di colore granato vivace e con un profumo intenso, ampio e persistente. Al gusto il vino ha corpo elegante ed armonico, nerbo e razza, ed è asciutto e con una lunga persistenza aromatica. È in grado di sopportare lunghi invecchiamenti, migliorando così nel corso del tempo. La sua capacità di migliorare nel tempo può è variabile in base all'annata: con periodi d'invecchiamento che possono andare dai 10 anni fino a un massimo di 30, con la possibilità di essere conservato ancora più a lungo. Il suo sapore è asciutto, robusto, armonico e leggermente tannico. Si possono inoltre apprezzare i sentori di amarene e frutti di bosco, con note terziarie di spezie e vaniglia donate dalle botti di legno in cui avviene l'affinamento.
Montalcino, il territorio dove nasce uno dei migliori vini
Il Comune di Montalcino si trova a 40 Km a sud di Siena. Il territorio delimitato dalle valli del'Orcia, dell'Asso e dell'Ombrone assume una forma quasi circolare con un diametro di 16Km e con una superficie di 24.000 ettari. È un paesaggio agricolo incontaminato, nominato nel 2004 dall'Unesco Patrimonio dell'umanità, per celebrarne la sua grande storia e bellezza. L'economia è, appunto, prevalentemente agricola e la superficie che è così suddivisa: 50% coperta di bosco e incolti, 10% da oliveto, 8% da vigneto, di cui poco più della metà sono iscritti all'albo del vino Brunello di Montalcino, la rimanente parte a seminativo, pascoli ed altre colture.
La collina di Montalcino, essendosi formata in ere geologiche diverse, presenta caratteristiche del suolo estremamente mutevoli per costituzione e struttura, per cui è difficile fare generalizzazioni di una certa ampiezza. Le zone più basse sono costituite da terreni originatesi per trasporto di detriti con strato attivo profondo, del quaternario, abbastanza sciolti. Salendo, il terreno si arricchisce di scheletro, mentre lo strato attivo si riduce essendo suoli formatisi dalla decomposizione di rocce originarie, in particolare galestro e alberese. I terreni sono mediamente argillosi, ricchi di calcare, frammisti ad ampie zone tufacee, tendenzialmente magri.
Il clima è tipicamente mediterraneo con precipitazioni concentrate nei mesi primaverili e tardo autunnali (media annuale 700 mm.) In inverno, al di sopra dei 400 metri non sono rare le nevicate. La vicinanza del Monte Amiata (altezza 1.740 m) in zona sud-est, crea una protezione naturale contro il verificarsi di eventi di particolare intensità, quali nubifragi o grandinate. La fascia di media collina, dove è concentrata la maggior parte delle aziende vitivinicole, non è interessata da nebbie, gelate o brinate tardive che si possono verificare nelle zone vallive, mentre la frequente presenza di vento garantisce le condizioni migliori per lo stato sanitario delle piante e assicura così una maturazione graduale e completa dei grappoli d'uva.
La forma di allevamento più diffusa nella vigna di Montalcino è il cordone speronato, ottenuto mediante potatura corta (a due gemme). L'altra forma in uso per il Brunello di Montalcino è quella dell'archetto (Guyot modificato) che affida ad un unico tralcio, potato con 6-10 gemme) la responsabilità della futura vegetazione.
Vino Brunello di Montalcino DOCG: come servirlo e i suoi abbinamenti
Il Brunello di Montalcino va servito in bicchieri di cristallo con forma ampia e panciuta, affinché si possa cogliere la complessità e l'armonia del bouquet. La temperatura deve essere di circa 18 °C o 20 °C. Per le bottiglie molto invecchiate si consiglia di decantarlo in una caraffa di cristallo, in modo da ossigenarlo al meglio e proporlo nella sua totale purezza.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, bisogna accompagnare con il Brunello pietanze di grande valore e struttura. Da utilizzare quindi con primi piatti solo se molto intensi, come nel caso dei tortelli al tartufo; mentre come secondi, delle valide opzioni potrebbero essere grandi carni alla griglia o arrosti, come arrosti di agnello o di selvaggina da pelo. Un abbinamento ottimale è anche quello con piatti internazionali a base di carni o con salse. I formaggi sono un'altra opzione ideale, come pecorino toscano, tome stagionate o formaggi strutturati. Grazie alla sua complessità e le sue peculiarità, il Brunello funge infine anche da ottimo vino da meditazione.
Qui su Ferrowine puoi trovare diverse riserve del Brunello di Montalcino, più o meno vecchie, come quella del 1985 di Biondi Santi, oppure una più recente come la riserva del 2013 di Col d'Orcia. Il Brunello è disponibile in aggiunta in formati diversi, che possono variare dai 75 cl fino ai 150 cl, alcuni addirittura confezionati all'interno di casse di legno su misura.