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Il Chianti Classico è uno dei vini più conosciuti al mondo. Il suo nome indica la terra in cui nasce, le famose "colline del Chianti" Toscane. Questo vino rosso viene dunque prodotto solo in determinate zone e seguendo le severe norme del disciplinare di produzione.
Prima di addentrarci nelle caratteristiche organolettiche e di produzione di questo vino è bene fare un tuffo nel passato per conoscere le origini del Chianti Classico.
Chianti Classico: la storia del vino rosso toscano
I primi documenti in cui si parla di Chianti come zona di produzione del vino risalgono al XIII secolo. Tali scritti si riferiscono nello specifico alla Lega del Chianti che venne costituita a Firenze con lo scopo di regolare i rapporti con i territori di Radda, Gaiole e Castellina, tutti produttori di un vino rosso a base di Sangiovese.
Nel 1967 ottiene come "Chianti" la denominazione di origine controllata, che nel 1984 si converte in denominazione di origine controllata e garantita.
Nel 1996 si separa dal "Chianti" generico, e diventa una DOCG autonoma e indipendente: Chianti Classico DOCG, riconoscibile per altro dal simbolo del Gallo Nero, che identifica proprio il Consorzio del Chianti Classico.
In realtà le origini di questo vino risalgono a molto prima del XIII secolo, infatti esistono testimonianze etrusche e romane che dimostrano le antiche tradizioni vinicole.
E perché il nome "Chianti"? Esistono diverse teorie riguardanti questo nome.
Secondo una potrebbe derivare dal termine latino "clangor" che significa "rumore", mentre un'altra teoria sostiene che derivi invece da "clante", il nome di famiglie etrusche che era diffuso nella zona.
Chianti Classico: le zone e le caratteristiche di produzione del vino
Il Chianti Classico può essere prodotto solo ed esclusivamente in determinate zone della Toscana e si tratta di 70 mila ettari di territorio compreso tra Siena e Firenze, in un'area che abbraccia 8 comuni: Greve in Chianti, Barberino Val d’Elsa, Tavarnelle Val di Pesa, San Casciano in Val di Pesa, Castellina in Chianti, Gaiole, Radda, Castelnuovo Berardenga e parte del comune di Poggibonsi.
Il Chianti Classico deve essere prodotto con uve Sangiovese per una percentuale del 70% minimo, di Canaiolo nero per un massimo del 10%.
Possono concorrere alla produzione anche le uve a bacca rossa che provengono da vitigni che sono considerati idonei alla coltivazione nell'ambito della regione Toscana: Colorino, Cabernet Sauvignon e Merlot.
Per quanto riguarda la produzione, i vitigni devono essere coltivati in terreni collinari ad un'altitudine che non supera i 700 metri sul livello del mare, dalla conformazione calcarea, argillosa o mista sabbia e ciottoli. Inoltre tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento devono essere effettuate nella zona DOCG.
Il Chianti classico deve essere invecchiato per almeno 11 mesi, infatti è ammesso al consumo solo a partire dal 1° ottobre dell'anno successivo alla vendemmia, e deve avere una gradazione alcolica minima di 12°.
Il Riserva invece richiede un invecchiamento di minimo 24 mesi, di cui almeno 3 di affinamento in bottiglia, e la sua gradazione sale a 12,5°.
Chianti Classico: caratteristiche organolettiche
Il Chianti Classico ha un caratteristico colore rosso rubino intenso, con riflessi granata.
In bocca è asciutto, sapido, vellutato e di buona tannicità. Al naso è floreale e speziato. Ha una struttura più complessa del Chianti semplice, che si presenta robusta ed elegante.
La temperatura ideale per degustarlo è compresa tra i 16 e i 18°C.