Friulano “Vigneto Storico” Colli Orientali del Friuli Doc 2021


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  • - Antipasti di pesce saporiti
  • - Cucina etnica di pesce
  • - Molluschi saporiti
  • - Pesce con lisca alla griglia
  • - Primi piatti con salse di pesce
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Approfondimento

Il principe dei vitigni a bacca bianca friulani, da sempre figlio di questa zona, da quando non si può più chiamare Tocai hanno scelto il nome Friulano come testimonianza del legame con queste terre. Studi avviati a Conegliano intorno agli anni ’70, hanno posto in evidenza diverse somiglianze con il vitigno Sauvignon, le analisi del DNA hanno rivelato che il vitigno Tocai friulano altro non era che il Sauvignonasse, vitigno presente nei vigneti del Bordolese, che arrivò in Friuli a metà dell’Ottocento, quando si iniziarono a coltivare i vitigni francesi nei vigneti friulani. Il Friulano è da sempre il vino dei friulani e del Friuli Venezia Giulia: chiedete un tajut e vi verrà offerto un bicchiere di Friulano. Vigneto storico dell’azienda con piante di oltre 75 anni di età, affinato in acciaio. Riflessi dorati, all’olfatto sprigiona fragranza di frutta gialla matura susina, melone, pera, agrumi canditi, polline, refoli salmastri. Di buon corpo, fresco, con sottile mineralità che si affaccia a echi fruttato-agrumati a distinguere la persistenza.

Gigante

Negli anni 50 Ferruccio Gigante faceva il mugnaio, ma la sua passione era la terra e il suo sogno la viticoltura. Così nel 1957 acquistò la casa e il vigneto nelle colline della Rocca Bernarda.

Qualche animale, piccoli appezzamenti di terreno e un vigneto costituiscono la nuova attività di famiglia. Il sogno inizia a prendere forma e negli anni ’80 escono le prime bottiglie dei vini Gigante. Fino ad allora, infatti, il vino veniva venduto ad un’osteria del paese come vino della casa. È il giovane nipote di Ferruccio, Adriano Gigante che, mosso dall'entusiasmo dei vent’anni, decide di osare con i primi imbottigliamenti.

L'etichetta sulle bottiglie riportava il nome della famiglia Gigante, accompagnato dall’immagine del pavone, re indiscusso allora come oggi, del cortile.

Dalla fine degli anni ’90 Adriano è affiancato dalla moglie Giuliana nella conduzione e, finito gli studi, ha portato le sue competenze all’interno dell’impresa familiare il cugino Ariedo, tuttora l’enologo dell’azienda.

I loro vini sono caratterizzati dalla volontà di non intervenire molto con macerazioni spinte e affinamento in legno, per mantenere precise le caratteristiche del vitigno, donando eleganza al vino. L’obiettivo è quello di mettere in risalto la presenza massiccia di roccia nel suolo, caratteristica che identifica questo territorio e che dona, in particolare ai vini bianchi, sapidità, facilità di beva e freschezza. 

Una passione per il vino che è nata col tempo e che passo dopo passo ha preso forza, ha stretto sempre più i legami e ha trasformato il sogno di Ferruccio in una realtà, affermata a livello nazionale e internazionale, di vini territoriali e di qualità.

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