Picolit Colli Orientali del Friuli Docg


ABBINAMENTI
  • - Dessert a base di creme
  • - Formaggi stagionati e piccanti
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Approfondimento

Luigi Veronelli è sempre stato un grande amante e sostenitore del Picolit, la tradizione racconta che si coltivasse già ai tempi dei romani, le prime documentazioni storiche risalgono al 1682,  noto in tutto il mondo per lo splendido passito. E' facilmente individuabile perchè sui grappoli si sviluppano pochi acini, a causa di una malattia congenita, l'aborto floreale: ogni grappolo porta pochi acini e molto piccoli, circa il 30% di un grappolo di una varietà comune, questo però fa sì che a maturazione raggiunta i chicchi siano particolarmente dolci, questa caratteristica che da il nome al vitigno. Dal 2006 vi è una DOCG ad esso dedicata, Colli Orientali del Friuli Picolit.24 mesi di affinamento in barriques e 12 in bottiglia. Splendido giallo dorato, olfatto ampio e molto intenso, dai dolci ricordi di agrumi canditi, frutta tropicale, nocciole tostate, miele di castagno, caramella d’orzo e camomilla, cenni minerali. Denso e avvolgente al gusto, dolcezza e freschezza in perfetto equilibrio. Persistenza lunga con sensazione marine in coda

Gigante

Negli anni 50 Ferruccio Gigante faceva il mugnaio, ma la sua passione era la terra e il suo sogno la viticoltura. Così nel 1957 acquistò la casa e il vigneto nelle colline della Rocca Bernarda.

Qualche animale, piccoli appezzamenti di terreno e un vigneto costituiscono la nuova attività di famiglia. Il sogno inizia a prendere forma e negli anni ’80 escono le prime bottiglie dei vini Gigante. Fino ad allora, infatti, il vino veniva venduto ad un’osteria del paese come vino della casa. È il giovane nipote di Ferruccio, Adriano Gigante che, mosso dall'entusiasmo dei vent’anni, decide di osare con i primi imbottigliamenti.

L'etichetta sulle bottiglie riportava il nome della famiglia Gigante, accompagnato dall’immagine del pavone, re indiscusso allora come oggi, del cortile.

Dalla fine degli anni ’90 Adriano è affiancato dalla moglie Giuliana nella conduzione e, finito gli studi, ha portato le sue competenze all’interno dell’impresa familiare il cugino Ariedo, tuttora l’enologo dell’azienda.

I loro vini sono caratterizzati dalla volontà di non intervenire molto con macerazioni spinte e affinamento in legno, per mantenere precise le caratteristiche del vitigno, donando eleganza al vino. L’obiettivo è quello di mettere in risalto la presenza massiccia di roccia nel suolo, caratteristica che identifica questo territorio e che dona, in particolare ai vini bianchi, sapidità, facilità di beva e freschezza. 

Una passione per il vino che è nata col tempo e che passo dopo passo ha preso forza, ha stretto sempre più i legami e ha trasformato il sogno di Ferruccio in una realtà, affermata a livello nazionale e internazionale, di vini territoriali e di qualità.

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