La Doc Colli Orientali del Friuli comprende l’area collinare ad est di Udine, da Buttrio a sud-ovest fino a Tarcento a nord, comprendendo in totale 14 comuni. I vigneti, in gran parte terrazzati, si estendono per circa 2.000 ettari su terreni di marna calcarea e arenaria a un'altitudine compresa tra i 100 e i 350 metri sul livello del mare. Le Prealpi Giulie li proteggono dai venti freddi del nord mentre l'aria mite del Mediterraneo che giunge da sud e sud-ovest crea un microclima molto favorevole alla viticoltura. L’area è poi suddivisa in 5 sottozone e comprende 3 Docg: Rosazzo, Ramandolo e Picolit.
La storia enologica della famiglia Felluga inizia 6 generazioni fa con la produzione di Malvasia Istriana e Refosco nelle terre d’Istria, al tempo provincia dell’Impero Asburgico. Qui nacque nel 1914 Livio Felluga, sopravvissuto a due guerre mondiali che altrettante volte hanno cambiato i confini di quelle terre. Livio si trasferì in Friuli alla fine degli anni '30 stabilendosi a Rosazzo con l'obiettivo di realizzare il sogno di produrre vino; progetto sospeso, e fortunatamente non interrotto, dalla chiamata al fronte. Il ritorno in Italia dei reduci fu complicato a causa dei cambiamenti nei confini fisici, politici ed etnici, che avevano mutato anche il paesaggio agricolo e sociale della collina: la popolazione stava abbandonando la zona, impoverendo la terra e lasciando le colture, le tradizioni e i valori radicati nel territorio.
Livio Felluga, convinto che solo la coltivazione di qualità potesse far rinascere la collina friulana, con fatica e coraggio cominciò a restaurare gli antichi vigneti di Rosazzo ed impiantarne di nuovi, introducendo idee e metodi moderni. Un lavoro duro, intrapreso con grande caparbietà e passione che lo porterà nel corso degli anni a creare una delle più significative realtà enologiche italiane, acquisendo a pieno diritto il titolo di rifondatore della tradizione vitivinicola friulana e attore di riferimento del rinascimento enologico italiano. La visione pionieristica centrata sul rispetto per il territorio e l’ossessione per la qualità viene tramandata in azienda, oggi nelle mani dei suoi figli. Attualmente gestiscono 242 ettari, dei quali 187 destinati alla coltivazione della vite, in un ecosistema complesso con le Alpi sullo sfondo e lo sguardo che si spinge fino al mare.
[Se mi si passa l’ossimoro, direi che siamo dei conservatori dinamici, consapevoli che la catena della qualità non ammette anelli deboli. Chiamare tutto ciò filosofia mi sembra una esagerazione, ma è la nostra vita.] Andrea Felluga