Vino dal colore rosso granato impenetrabile con riflessi rubino. Al naso è ampio e stratificato, si avvertono le note di bacche e frutti scuri: ribes nero, mora di rovo, mirtillo, ciliegia Durone, prugna, sambuco, mirto e ginepro seguite da essenze di violetta, rosa appassita, erbe aromatiche essiccate e resina di pino, e chiude con sospiri di chiodi di garofano e pepe nero, cola e tamarindo, cacao e caffè, tabacco da pipa e incenso, china e inchiostro. Il sorso è austero e rigoroso, la struttura ampia e potente, l’acidità equilibrata che porta al finale caratterizzato dalla trama tannica lunga, fitta e protagonista.
Si narra che nell‘anno 800 l’eremita Alemanno si stabilì sull’altura di Rosazzo a condurre il suo ritiro spirituale. Due secoli dopo gli Agostiniani insegnarono alle popolazioni locali a coltivare la terra e in questo stesso luogo si trovano le prime tracce del vitigno Pignolo, risalenti alla fine del 1700. “Pignul” delicato e poco produttivo, sul finire del XIX secolo fu sul punto di scomparire e a Rosazzo fu in seguito riscoperto e recuperato. Nel 1983, ne fu messa a dimora una selezione massale del biotipo a foglia frastagliata, dal caratteristico piccolo grappolo a forma di pigna, cresciuto sotto il muraglione dell’Antico Belvedere, su suoli di Flysch di Cormòns, chiamati localmente “Ponca”, strati di spessore variabili di marne ed arenarie di origine eocenica. Le prime sono argille calcaree di consistenza tenera che assorbono facilmente l’acqua, le seconde, composte di sabbie calcificate sono dure e impermeabili. Vendemmia manuale delle uve nell’ultima decade di settembre, diraspatura e pigiatura. Segue la fermentazione con macerazione delle bucce a temperatura controllata in tini tronco conici, la lunghissima maturazione avviene in barrique di secondo passaggio di rovere francese al fine di domare i tannini impetuosi, propri di questa rara ed affascinante varietà. L’imbottigliamento avviene almeno 8 anni dopo la vendemmia.