I Colli Euganei sono un gruppo di colline situate in provincia di Padova, nei pressi delle località di Abano Terme e Montegrotto Terme e si ergono nella Pianura Padana presentando forme coniche con cime isolate alternate a pendii dolcemente arrotondati, arrivando in alcuni punti a sfiorare i 400 metri sul livello del mare. Hanno origini geologiche che risalgono a milioni di anni fa, quando la regione era coperta da un mare. Le rocce più antiche sono infatti di origine sedimentaria: il Rosso Ammonitico, risalente a 150 milioni di anni fa nel Giurassico Superiore, il Biancone, un calcare bianco del Cretacico Inferiore, la Scaglia Rossa, un calcare argilloso e infine la Marna Euganea caratterizzata da un'alta percentuale di argilla. Durante la formazione di questa roccia, circa 43 milioni di anni fa, ci fu un primo ciclo eruttivo che portò alla fuoriuscita di magma, dando origine a rocce basaltiche nere e dopo un periodo di inattività, tra 33 e 30 milioni di anni fa, si verificò una seconda fase eruttiva sottomarina caratterizzata da magma più acido e viscoso proveniente dalla fusione del mantello basaltico che formò tre tipi di rocce: Riolite, Trachite e Latite, differenziate per il contenuto di silice. Sul finire di questo atto eruttivo avvenne la fuoriuscita di filoni basaltici a basso contenuto di silice, che si insinuarono tra le rocce preesistenti. Al termine di questa fase vulcanica, le vette dei colli emersero, creando un arcipelago nel mare e con il ritiro dell'acqua dall'Oligocene Inferiore fino alla fine del Pliocene, si sviluppò un ambiente di transizione simile a una laguna salmastra. Nel Quaternario, circa 2 milioni di anni fa, l'erosione delle Alpi portò alla formazione della Pianura Padana e all'emersione definitiva dei Colli Euganei. Il clima è temperato e presenta caratteristiche quasi mediterranee. Gli inverni sono miti, mentre le estati si rivelano calde e asciutte, con buone escursioni termiche tra il giorno e la notte. Questo clima è ulteriormente accentuato dal fenomeno dell'inversione termica, che può portare le temperature nelle zone collinari a essere superiori rispetto a quelle della pianura. La piovosità media annuale oscilla tra i 700 e i 900 millimetri, con picchi significativi in primavera e autunno mentre i venti, provengono principalmente da nord e nord-est.
La storicità della viticoltura nei Colli Euganei è testimoniata da reperti archeologici risalenti alla civiltà preromana che confermano la presenza di pratiche vinicole già nel VII secolo avanti Cristo, evolutesi durante l’epoca romana e che si diffusero in vari comuni dell'area con l’introduzione del sistema feudale e grazie al lavoro dei monaci, tra il IX e il X secolo. Il vino dei Colli Euganei venne sempre più apprezzato, soprattutto dalla nobiltà veneziana e il medico Andrea Bacci lodò le qualità del vino prodotto nell’area, attribuendone il successo al clima mite e alla presenza di fonti termali. Tuttavia guerre, carestie e malattie danneggiarono le coltivazioni estinguendo alcune varietà di uva e decimando pesantemente la manodopera. Fu solo dalla fine del XVIII secolo che la viticoltura iniziò a modernizzarsi, introducendo nuove tecniche di produzione e varietà estere quali Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc assieme al quale è giunto anche il Carmenère. Sempre in quel periodo venne catalogata la presenza di circa 150 varietà di uva nera e 100 di uva bianca fra cui Pinella, Moscato Giallo e Serprino, il nome locale dell’uva Glera. Nel 1969 i vini dei Colli Euganei hanno ottenuto la denominazione di origine controllata mentre nel 2011 il Colli Euganei Fior d’Arancio ha ricevuto il riconoscimento della Docg nelle sue 3 varietà: secco, spumante e passito.
Maeli, contrazione delle parole marna e limo, nasce nel 2011 dalla visione di Elisa Dilavanzo rivolta alla valorizzazione del Moscato Giallo, vitigno autoctono dei Colli Euganei. I vigneti di questa varietà si trovano a Luvigliano di Torreglia, nella parte nord orientale della denominazione, nelle Terre Bianche del Pirio: terreni vulcanici composti da marne e sabbie trachitiche, condotti attraverso pratiche sostenibili e rispettose della natura che hanno ottenuto la certificazione biologica nel 2020. Il Moscato Giallo qui coltivato viene vinificato poi in cinque diverse espressioni: spumante dolce, ancestrale, metodo classico, bianco fermo e passito dolce. Maeli non si limita a interpretare la varietà bianca aromatica. Sulle pendici del Monte Gemola e del Monte Cero, nella parte sud occidentale caratterizzata da un clima mediterraneo dove crescono ulivi, fichi d’india e ginestre e i suoli sono ricchi di ferro e minerali ospita altre varietà, principalmente a bacca rossa: internazionali quali Merlot, Cabernet Sauvignon e Carmenére e autoctone quasi estinte come Corbina e Marzemina. Una cantina che incarna contemporaneamente l’essenza di un territorio ricco di tradizione e il coraggio di esplorare nuove interpretazioni enologiche.