Ca’ del Bosco è stata, prima di tutto, una piccola casa in collina, costruita nel comune bresciano di Erbusco: siamo in Franciacorta, patria dell’omonimo vino e zona DOCG rinomata in tutto il mondo.
Incastonata nel pregiato contesto vitivinicolo dalla metà degli anni ’60, Ca’ del Bosco è ben presto diventata una cantina d’eccellenza, punto di riferimento per la produzione locale con i suoi quasi 248 ettari di vigneti. La vendemmia, qui, viene meticolosamente eseguita a mano, rivolgendo ai grappoli d’uva tutta la cura necessaria: per evitarne lo schiacciamento, ogni cassetta ne raccoglie soltanto pochi chili, che verranno stoccati in celle di raffreddamento dedicate a rallentarne i processi di ossidazione e fermentazione.
L’azienda di Maurizio Zanella tocca così due vette altrettanto importanti: quella della qualità, altissima sin dal principio, e quella fisica dei vigneti più in quota della Franciacorta, situati a circa 450 metri sul livello del mare, intorno al Mont’Orfano.
Dall’uva…
I grappoli delle uve di Ca’ del Bosco vengono accuratamente selezionati, lavati attraverso tre diverse vasche d’ammollo e infine lasciati asciugare, tramite un procedimento in grado di eliminare fino al 90% delle impurità. La pressatura avviene in seguito a bassa pressione e in assenza di ossigeno, con successivo frazionamento del mosto in tre qualità.
I mosti, una volta illimpiditi, vengono fatti fermentare in barriques radunate in lotti distinti per vigna d’origine; la movimentazione dei mosti e dei vini viene operata per gravità, senza ricorso alle pompe (innovazione dell’anno 2000).
Si giunge così all’imbottigliamento: anche qui nulla viene lasciato al caso, poiché ogni minimo dettaglio può fare la differenza nel raggiungimento del miglior risultato possibile.
Guardare da vicino l’intero processo produttivo comunica eleganza e raffinatezza: tutte le fasi si susseguono con l’armonia di un meccanismo ben oliato, sperimentato da decenni e perfezionato nel tempo con passione e competenza.
… Al vino
Il periodo di affinamento sui lieviti in bottiglia viene protratto nel tempo; la sboccatura, poi, viene eseguita senza shock ossidativi, grazie ad una macchina brevettata dalla stessa Ca’ del Bosco nel 2005. Non resta che apporre l’etichetta: al suo interno verrà indicato il contenuto reale di solfiti, ridotto al minimo in fase di produzione, con un identificativo univoco per ogni bottiglia.
Tra i Franciacorta, una menzione d’onore va assolutamente fatta all’Annamaria Clementi, che deriva il proprio nome dalla proprietaria della casetta boschiva di cui parlavamo all’inizio di questo viaggio: è la madre di Maurizio Zanella, la donna che ha reso possibile tutto questo. A lei è intitolato anche il Franciacorta Rosé Riserva derivato da sole uve di Pinot Nero, provenienti a loro volta da tre diversi vigneti di Erbusco.
Oltre ai Franciacorta, Ca’ del Bosco produce anche una selezione di vini bianchi e rossi, di cui tre Curtefranca a denominazione d’origine controllata (il Corte del Lupo e lo Chardonnay).
Non vi resta che scoprirne il sapore.