La zona di produzione del TrentoDoc si estende su circa 10000 ettari, distribuiti su 74 comuni della provincia di Trento, ubicati nella Valle dell’Adige, nella Valle di Cembra, nella Vallagarina, nella Valle del Sarca, nella Valsugana e nelle Valli Giudicarie. Il territorio del Trentino è quasi totalmente montuoso e circa il settanta percento si trova ad altitudini superiori ai mille metri mentre le limitate superfici pianeggianti si trovano nei fondivalle, da qui i terreni vitati destinati alla produzione di TrentoDoc risalgono i declivi, spingendosi fino agli 800 metri sul livello del mare. Queste valli, scavate nei millenni dall’azione fluvioglaciale, presentano nelle parti inferiori e nelle conche suoli con pietrosità più scarsa, intercalati da terreni da accumulo colluviale, depositi morenici e ghiaie fluviali, mentre risalendo i conoidi di deiezioni si trovano terreni caratterizzati generalmente da detriti calcarei ad elevata pietrosità che determinano buone condizioni di drenaggio ed aerazione. Rispetto alla più comune tessitura calcarea fanno eccezione i vigneti della Val di Cembra che insistono su matrice porfirica, quelli della Vallagarina centrale su dove si trovano vulcanoclastiti basaltiche mentre in Valsugana è più comune una matrice scistoso-micacea. Nei fondivalle il clima è più temperato, caratterizzato da inverni relativamente freddi, abbastanza nevosi, ed estati calde, talvolta afose di giorno, mitigate dall’ampia escursione termica giornaliera che permette di ottenere uve con un buon equilibrio di acidità e zuccheri, mentre sulle pendici il clima è più rigido e la ventilazione è maggiore, il che contribuisce a una maturazione più lenta e graduale delle uve. Nell’area dell’Alto Garda e della bassa Valle del Sarca si riscontra un ambiente più mite, di tipo submediterraneo, creato dal Lago di Garda, dove la consistente escursione termica tra aria e acqua genera il vento Ora che spira verso nord, favorendo il clima.
Il disciplinare della Docg consente una composizione varietale di quattro uve: Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero e Meunier, ed un unico processo produttivo, quello del Metodo Classico. Dopo la vendemmia, che generalmente avviene in anticipo, per assicurare il giusto equilibrio fra zuccheri ed acidità necessario per ottenere uno spumante di qualità, le uve vengono vinificate, tendenzialmente in purezza, pressandole e facendo poi fermentare il mosto fiore in inox o legno, a discrezione della cantina. Dopo la maturazione dei vini base, che può avvenire anch’essa in vasche di acciaio o in botte, si procede all’assemblaggio delle diverse componenti, anche di annate differenti, creando la cuvée che viene imbottigliata assieme a lieviti e zucchero in una bottiglia di vetro, avviando la seconda fermentazione che produce l’anidride carbonica, obbligata dal tappo a disciogliersi nel vino per renderlo effervescente. Il periodo minimo di affinamento sui lieviti è di 15 mesi per la versione base, 24 mesi se si vuole riportare in etichetta l’annata e 36 mesi per la riserva al termine del quale avvengono le operazioni di remuage e sboccatura. La prima consiste nel posizionare le bottiglie su dei cavalletti forati chiamati pupitres che, attraverso operazioni di rotazione ed inclinazione, consentono di raccogliere i residui dei lieviti in prossimità del tappo ed in seguito, la seconda, prevede la rimozione di questi sedimenti con la stappatura, mentre si cerca di preservare più vino possibile. Infine si procede alla ricolmatura della parte mancante con una miscela di vino, mosto d’uva e zuccheri che andrà a definire il livello zuccherino del vino, stabilendo se si tratta di TrendoDoc Demi-Sec, Dry, Extra Dry, Brut, Extra Brut o Non Dosato.
L’azienda agricola Maso Martis, fondata nel 1990 da Antonio Stelzer e dalla moglie Roberta, si trova a Martignano, frazione di Trento a circa 450 metri di altitudine sulle pendici del Monte Calisio, un terreno montano ottimamente esposto e accarezzato dalla brezza che conosce la coltivazione già dalla fine dell’800. I terreni nel quale e crescono i vigneti di Chardonnay, Pinot Nero e Meunier sono prevalentemente calcarei e limosi, ricchi di scheletro su roccia rossa trentina, e sono condotti secondo i dettami della viticoltura biologica, eliminando l’utilizzo di prodotti chimici: una scelta agronomica che concilia la salubrità della vigna con la tutela dell’ambiente di vita quotidiano della famiglia Stelzer, che vive in una casa situata nel cuore dei vigneti. L’attenzione riposta tra i filari continua con la scelta di pratiche di cantina rispettose della qualità della materia prima, ponendo in primo piano le note varietali e le tipicità del terroir alpino, utilizzando solo il primo mosto fiore, lunghi periodi d’affinamento sui lieviti e dosaggi molto bassi. Conservando il carattere familiare e la passione delle origini, che ha spinto i coniugi a dedicarsi da subito alla produzione di spumante metodo classico, anche le figlie Alessandra e Maddalena sono state inserite nell’organico della cantina.