Nonostante l'immagine del Monte Rosa evochi vette innevate e ghiacciai, ai suoi piedi, in Valsesia, si nasconde un segreto geologico antichissimo: i resti fossili di un supervulcano spento da tempo immemorabile. Questo gigante preistorico, attivo durante il periodo Permiano, ossia circa 290 milioni di anni fa, offre una lezione di geologia unica al mondo il cui valore è stato ufficialmente riconosciuto nel 2013, quando l'intera area è stata insignita del titolo di Geoparco Unesco. La sua peculiarità risiede nel fatto che, grazie ai successivi movimenti tettonici che hanno formato le Alpi, le sue viscere sono state letteralmente rovesciate ed esposte in superficie, offrendo una visione senza precedenti del suo funzionamento interno. Il fenomeno è paragonabile a una gigantesca sezione geologica, che permette di osservare, dalla superficie fino a una profondità stimata tra i 20 e i 30 chilometri, ogni singola parte del complesso vulcanico: è possibile riconoscere le rocce che componevano l'antica camera magmatica, i condotti vulcanici e persino le tracce della gigantesca caldera che si formò in seguito a una violenta eruzione, con il collasso dell'intera struttura su sé stessa. Questo straordinario patrimonio geologico, testimonianza silenziosa della potenza della natura, vero e proprio museo a cielo aperto che non presenta alcun pericolo e offre una lezione di stratigrafico unica al mondo.
Dal punto di vista climatico Gattinara beneficia di un temperato continentale, con influenze alpine che modellano le sue stagioni in modo distintivo. Le estati, pur essendo soleggiate, sono moderatamente calde, grazie anche alle significative escursioni termiche che si registrano tra il giorno e la notte: una dinamica che favorisce la viticoltura. Gli inverni, al contrario, sono caratterizzati da un rigore più marcato, con temperature decisamente fredde e talvolta umide, a causa dell'influenza delle correnti settentrionali. La primavera e l'autunno rappresentano periodi di transizione più dolci, dove giornate soleggiate si alternano a piogge stagionali che contribuiscono a mantenere un equilibrio idrico fondamentale per l'ecosistema locale. I venti, sapientemente modulati dalla peculiare topografia delle colline e dall'apertura verso la pianura, svolgono una funzione cruciale nel ricambio dell'aria. Questo fenomeno naturale aiuta a mitigare l'umidità, creando condizioni favorevoli per la vegetazione.
L'attività vitivinicola della cantina Paride Iaretti, nome e cognome del fondatore, ha avuto inizio nel 1999 quando questi decise di dedicarsi a tempo pieno alla conduzione dei quattro ettari e mezzo di vigneti di proprietà: Vigna Valferana, Vigna Bogianetta, Vigna Guardia e Vigna Villetto, ubicati nel territorio di Gattinara, con un’età media di 40 anni e che accolgono in maniera pressoché esclusiva un unico vitigno, il più nobile dei piemontesi: il Nebbiolo. Insistono su suolo porfirico, terreno vulcanico ricco di minerali, in particolare di ferro e magnesio. La Vigna Valferana ha delle caratteristiche di terroir uniche poichè il ferro contenuto nella roccia è più presente, conferendo ai vini prodotti con queste uve un timbro riconoscibile. Nel 2014 accoglie all’interno della propria società altre persone, portatrici di variegate esperienze professionali. Nel 2016 è stata costruita la nuova cantina, situata al limitare del bosco, appena fuori il nucleo abitato di Gattinara, puntando alla creazione di una struttura votata all’efficienza, dove le attività quotidiane convergono verso la ricerca di una qualità sempre maggiore delle 30000 bottiglie prodotte annualmente. Cura dei vigneti e vinificazione sono affidati alle cure del socio fondatore, Paride e gran parte delle vigne sono ancora lavorate a mano in quanto la natura ripida del suolo e il sesto d'impianto non permettono il passaggio di mezzi meccanici.
[Amo questa terra, queste colline, queste vigne, che ho passato la vita a curare come figli. Alle mie spalle il Monte Rosa, a fare da guardia, da scudo alle viti. Davanti a me, il mio paese, Gattinara, disteso ai piedi di questi splendidi grappoli di nebbiolo che mi colmano il cuore. Il clima fresco dell’Alto Piemonte, l’esposizione favorevole dei nostri vigneti e il terreno vulcanico, ricco di minerali, regalano ai nostri vini caratteristiche uniche non replicabili altrove. Da sempre cerco di mettere l’eccellenza dentro le nostre botti, rispettando il disciplinare stretto, che limita le quantità prodotte per ettaro, a beneficio di un prodotto unico. In cantina affiniamo il vino, aiutati dall’incedere lento del tempo e delle stagioni, per regalare ai nostri clienti, dopo quattro anni, un’emozione, prima che una bottiglia. Ma il carattere del nostro vino viene forgiato molto prima. Prende corpo e cuore dal lavoro fatto in vigna. Dall’impegno quotidiano, dalla cura continua, quasi maniacale delle viti.] Paride Iaretti
