Sono circa sette gli ettari di proprietà di questa casa storica, se è vero come è vero che il primo Champagne prodotto da Paul Michel (1860-1936), risale al 1912. Le vigne non insistono solamente nel comune di Moussy ma anche in quelli attigui, in particolare a Brugny, Saint- Agnan e Brasles.
Dopo la gestione di Paul Michel, arrivò in azienda Raymond (1902-1971) e poi il patriarca José, a partire dal 1955 fino alla sua morte, avvenuta alcuni anni fa. Volto noto, José, e conosciuto in Francia e nel mondo come uno dei più fedeli e audaci vignerons legati al Pinot Meunier che fu il suo cavallo di battaglia, ha trasmesso i valori del lavoro viticolo prima e di cantina poi al nipote Antonin, oggi alla guida della casa.
Antonin ha il profilo intelligente e dinamico di chi saprà, e lo sta già facendo, trasformare la cantina, mantenendo saldi i valori e gli assunti della tradizione familiare, integrandoli con sapere e conoscenze contemporanee. Nel 2012, dopo essersi diplomato, frequenta la scuola del commercio di Reims. Nel 2014 segue un corso superiore in amministrazione d’impresa in Messico, fatto questo che lo porta a lavorare per l’importatore di Louis Roderer. Rientrato in Francia ottiene un Master in commercio internazionale wine & spirits a Digione. In Borgogna stringe amicizie proficue, dal punto di vista professionale, con molti produttori, poi viaggia e fa stage un poco ovunque.
Nel 2018, a Saint-Aubin, inizia a collaborare con quello che considera il suo maestro, Olivier Lamy del Domaine Hubert Lamy, da cui apprende il rigore e la costante, ininterrotta ricerca di sperimentazione. Nel 2019 ritorna dalla sua famiglia in Champagne, occupandosi completamente di tutto ciò che riguarda il Domaine: dalla parte viticola a quella enologica: le sue (per lo più) vecchie vigne provengono da selezione massale e sono condotte con una visione olistica, secondo natura: no a erbicidi e insetticidi, lavoro del suolo di superficie per lo più con il cavallo, infusione di piante ed olii essenziali per le piante.
Eco-pascolo con ovini in inverno per limitare il compattamento del suolo, no a lavorazioni meccaniche per favorire l’inerbimento naturale, da piante compagne della vite vinificazioni parcellari, senza interventi, in modo che le cose avvengano in modo naturale. Lungo invecchiamento sulle fecce fini per limitare fortemente l’aggiunta di solforosa. Selezione di più bottai con diverse provenienze di legni e tostature, così a determinare il contenitore ideale per differente ogni vino. Regolari degustazioni alla cieca, durante tutto l’anno, per trovare il perfetto equilibrio tra vino e zucchero di dosage. Completa cessazione dell’uso di bottiglie trasparenti da quasi 4 anni (alto impatto ecologico), con utilizzo sempre maggiore di bottiglie “eco-consapevoli” e imbottigliamento “sous liège”. Questi sono i prodromi di una lunga storia che Antonin saprà raccontare attraverso i suoi Champagne.