Refosco Riserva dal Peduncolo Rosso Colli Orientali del Friuli Doc 2018


ABBINAMENTI
  • - Antipasti all’italiana
  • - Carne di manzo tagli nobili
  • - Cucina etnica speziata
  • - Primi piatti con salse di carne
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Approfondimento

Ha sempre più estimatori nel mondo il Cabernet franc, Affascinante e misterioso  vitigno  a bacca rossa di origine bordolese e più precisamente della zona della Gironda, probabilmente derivato dalla varietà Vitis Biturica. Assieme a Cabernet Sauvignon e Merlot compone la ricetta del vino più copiato e apprezzato nel mondo, il Taglio Bordolese. Rispetto al cugino cabernet sauvignon, non è molto diffuso nel mondo, anche se si sta affermando in Paesi come la California, l’Argentina, l’Australia e la Nuova Zelanda, si adatta bene dappertutto, prediligendo il freddo e patendo i climi caldi. E’ spesso confuso con il carmenere, ma si tratta di due vitigni differenti. In Francia si è imposto con successo in Loira e nel Libournais, soprattutto nelle zone di Saint Emilion e Pomerol. In Italia si trova prevalentemente in Lombardia, in Friuli-Venezia Giulia e in Trentino. Rilascia note di mora, mirtillo, cassis, rose, macis, cacao e spunti speziati. Bocca in equilibrio, densa di frutta e tannini con un buon supporto acido, affinato in acciaio e bottiglia.

Gigante

Negli anni 50 Ferruccio Gigante faceva il mugnaio, ma la sua passione era la terra e il suo sogno la viticoltura. Così nel 1957 acquistò la casa e il vigneto nelle colline della Rocca Bernarda.

Qualche animale, piccoli appezzamenti di terreno e un vigneto costituiscono la nuova attività di famiglia. Il sogno inizia a prendere forma e negli anni ’80 escono le prime bottiglie dei vini Gigante. Fino ad allora, infatti, il vino veniva venduto ad un’osteria del paese come vino della casa. È il giovane nipote di Ferruccio, Adriano Gigante che, mosso dall'entusiasmo dei vent’anni, decide di osare con i primi imbottigliamenti.

L'etichetta sulle bottiglie riportava il nome della famiglia Gigante, accompagnato dall’immagine del pavone, re indiscusso allora come oggi, del cortile.

Dalla fine degli anni ’90 Adriano è affiancato dalla moglie Giuliana nella conduzione e, finito gli studi, ha portato le sue competenze all’interno dell’impresa familiare il cugino Ariedo, tuttora l’enologo dell’azienda.

I loro vini sono caratterizzati dalla volontà di non intervenire molto con macerazioni spinte e affinamento in legno, per mantenere precise le caratteristiche del vitigno, donando eleganza al vino. L’obiettivo è quello di mettere in risalto la presenza massiccia di roccia nel suolo, caratteristica che identifica questo territorio e che dona, in particolare ai vini bianchi, sapidità, facilità di beva e freschezza. 

Una passione per il vino che è nata col tempo e che passo dopo passo ha preso forza, ha stretto sempre più i legami e ha trasformato il sogno di Ferruccio in una realtà, affermata a livello nazionale e internazionale, di vini territoriali e di qualità.

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