Boca Doc


ABBINAMENTI
  • - Formaggi stagionati e piccanti
  • - Primi piatti con salse di selvaggina
  • - Tagli manzo con cotture lunghe
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  • - Formaggi stagionati e piccanti
  • - Primi piatti con salse di selvaggina
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Approfondimento

Il “Boca” deve le sue peculiarità al terreno, dove dominano le rocce  vulcaniche (porfidi, tufi e breccie) legate all’esplosione del supervulcano  della Valsesia (circa 280 Ma). Le coperture successive sono confinate alle  quote più basse e comunque modeste, con composizioni di argilla, sabbia,  ciottoli di granito, porfido e sfaldature di rocce dolomitiche del Fenera ed  assumono consistenze diverse secondo il sito. I porfidi sono nudi e friabili,  con colorazioni dal rosa al viola, dal giallo al senape. Il vino mostra carettere ed eleganza, al naso esprime un bouquet di violetta, piccoli frutti di bosco, note speziate e affumicate. Al palato ha buon corpo, è elegante con tannini raffinati e buona freschezza. Il finale è lungo e persistente.

Boca, il vino supervulcano della Valsesia

Nel cuore delle Alpi occidentali, in Valsesia e Valsessera, si trova il fossile di un supervulcano rovesciato che ci mostra le sue radici, circa 300 milioni di anni fa, quando sulla Terra esisteva un unico enorme continente costellato da numerosi vulcani. Dopo circa dieci milioni di anni di eruzioni, in quella che poi sarà la Valsesia, avvenne una vera e propria catastrofe: una supereruzione fece collassare l'area vulcanica formando una caldera di almeno 15 km di diametro, il supervulcano. Vennero scagliati in aria più di 500 km3 di materiale piroclastico, nubi ardenti e ceneri, modificando il paesaggio e condizionando il clima. Poi tutto si fermò. Circa 30 milioni di anni fa, si originarono le Alpi e, nell'area che comprende la Valsesia, si creò un ripiegamento dell'intera crosta terrestre, che fece risalire le sue parti più profonde, in corrispondenza della Linea Insubrica, mostrando tutto il sistema di alimentazione del supervulcano ormai fossile. Grazie a questo processo, oggi possiamo osservare quello che costituiva la crosta terrestre sotto al vulcano, fino a una profondità di circa 25 chilometri: lo si vede percorrendo la Valsesia, da Balmuccia fino all'area di Gattinara. Una situazione unica al mondo.

Barbaglia

L’Alto Piemonte geograficamente si trova collocato sopra il Supervulcano della Valsesia, attivo circa 290 milioni di anni fa, ha dato luogo a possenti eruzioni che erano in grado di oscurare l’atmosfera e alterare il clima globale. Poi, dopo alcuni milioni di anni di attività, ebbe tregua e, non più alimentato dai magmi profondi, collassò su se stesso, formando una caldera, cioè uno sprofondamento, di una quindicina di km di diametro.  Il territorio ha ottenuto il riconoscimento Unesco che l’ha inserita nella lista dei Geoparchi. E tutto ciò conferisce un valore aggiunto al territorio, che produce vini di alta qualità.

Qui sorge l’azienda vinicola Barbaglia, chiamata “Antico borgo dei cavalli”, fondata nel 1946 da Mario Barbaglia, che fa conoscere i suoi vini in Valsesia, sui laghi fino alla periferia di Milano. Oggi l’azienda produce circa 25.000 bottiglie l’anno, è nelle mani di Sergio e continua con la figlia Silvia, laurea in economia e commercio, che ha ereditato la passione dal padre. 

Il podere è costituito da tanti piccoli appezzamenti sparsi in comuni limitrofi, tra i boschi di Cavallirio e Boca e la Cascina del Buonumore, dove i vitigni tipici del territorio vengono alimentati da un terreno di matrice porfirica vulcanica, acido e ricco di minerali, qualità che conferiscono sapidità e freschezza ai vini prodotti. Precisione, dedizione e puntigliosità sono le parole d'ordine dell'azienda che vuole valorizzare le uve tipiche del novarese rispettando le vinificazioni tradizionali della zona, ma che non disdegna la sperimentazione e la produzione di nuovi prodotti. Credendo nell’espressione varietale di ogni vitigno e convinti che il vino porti con sé lo spirito che lo ha creato, Sergio e Silvia producono vini che non si possono definire né tradizionali né moderni, ma che rappresentano interpretazioni solide e riconoscibili che emozionano e stupiscono ad ogni bicchiere versato.

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