Le Masse Toscana rosso Igt Santa Goccia 2021

  • Produttore: Le Masse Società Agricola
  • Produttore: Le Masse
  • Nazione: Italia
  • Nome: Santa Goccia
  • Regione: Toscana
  • Zona di produzione: Barberino Tavarnelle - Barberino Val d'Elsa (FI)
  • Denominazione: Toscana rosso Igt
  • Categoria: Vino rosso fermo
  • Vitigno: Sangiovese - Canaiolo Nero - Trebbiano Toscano
  • Annata: 2021
  • Gradazione: 13.5%
  • Formato: 75 cl
  • Filosofia: Biologico
  • Selezione: Dada
  • Allergeni: Solfiti
  • PRODOTTO DELLA Selezione vini Dada Wine

ABBINAMENTI
  • - Antipasti all’italiana
  • - Carni manzo magre e crude
  • - Formaggi saporiti
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  • Produttore: Le Masse
  • Nazione: Italia
  • Nome: Santa Goccia
  • Regione: Toscana
  • Zona di produzione: Barberino Tavarnelle - Barberino Val d'Elsa (FI)
  • Denominazione: Toscana rosso Igt
  • Categoria: Vino rosso fermo
  • Vitigno: Sangiovese - Canaiolo Nero - Trebbiano Toscano
  • Annata: 2021
  • Gradazione: 13.5%
  • Formato: 75 cl
  • Filosofia: Biologico
  • Selezione: Dada
  • Allergeni: Solfiti
  • PRODOTTO DELLA Selezione vini Dada Wine

ABBINAMENTI
  • - Antipasti all’italiana
  • - Carni manzo magre e crude
  • - Formaggi saporiti

Approfondimento

Vino dal colore rosso rubino cupo con riflessi carminio, al naso richiama l’essenza di giaggiolo e rosa, il profumo di piccoli frutti rossi come fragola, ribes rosso, lampone e ciliegia con note di arancia rossa e pepe verde, chiudendo con suggestioni di origano, liquirizia e caffè d’orzo. Il sorso è succoso e snello, la struttura esile e asciutta che ne accentua l’acidità viva e conduce alla chiusura caratterizzata da tannini sapidi e profondi.

Sangiovese al 70%, Canaiolo Nero per il 20% e il restante 10% di Trebbiano Toscano, uvaggio molto simile a quello del Barone Ricasoli, provenienti da vigneti piantanti 30 anni fa in prossimità della tenuta a Barberino Val d’Elsa, all’interno dell’area di produzione della sottozona Colli Fiorentini del Chianti Docg, su suoli con prevalenza di sabbia e argilla e condotti secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Vendemmia manuale, circa il 20% dei grappoli non viene diraspato e la macerazione dura circa dieci giorni con follature manuali. Lieviti indigeni e assenza di controllo della temperatura per la fermentazione che avviene in tini di acciaio e vasca in cemento, luogo in cui si svolge anche l’affinamento per nove mesi prima di essere messo in bottiglia. Circa 10000 bottiglie prodotte.

Le Masse Società Agricola

Barberino Tavarnelle, ente amministrativo di recente istituzione, sorge dalla fusione dei comuni di Barberino Val d'Elsa e Tavarnelle Val di Pesa e una sua parte occupa la sezione occidentale della denominazione Chianti Classico, a sud di San Casciano in Val di Pesa e a nord di Castellina in Chianti. La porzione del comune ad ovest del corso del torrente Drove, assieme ai vigneti di una piccola frazione del comune di Poggibonsi, fa parte dell’Unità Geografica Aggiuntiva del Chianti Classico di San Donato in Poggio. Geograficamente questo territorio può essere diviso in due parti principali, divise dal corso del torrente Pesa. A nord dell’alveo si trova la zona di Badia a Passignano, che funge da collegamento tra le unità di San Casciano e Panzano, svolgendo un ruolo di intermediario tra le due aree. A sud della Pesa troviamo un territorio più vasto ed esteso, con al centro San Donato in Poggio, circondato da numerosi uliveti che caratterizzano il paesaggio la cui formazione geologica predominante è l'Alberese. Procedendo verso sud si entra nella zona di Olena e Monsanto, che similmente presenta ancora una significativa presenza di calcare marnoso e formazioni di Sillano. Il resto del territorio è invece caratterizzato da Pietraforte con alcune vene di scisto e un'ampia zona di sabbie marine. La parte occidentale del comune invece ricade nella denominazione Chianti Docg, sottozona Colli Fiorentini, caratterizzata da terreni formati da sabbie e sedimenti marini del Pliocene, anche conglomerati.

In epoca medievale i territori compresi fra le città di Firenze e Siena furono segnati da continue battaglie e in quel periodo, sorsero villaggi, abbazie, castelli e roccaforti, mentre ampi terreni furono dedicati alla coltivazione della vite che acquistò progressivamente importanza economica, trovando menzione su manoscritti e cronache. Il vino della zona veniva prodotto utilizzando le uve del vitigno Sangiovese e solo a partire dai primi anni del 1800 si iniziò ad applicare la pratica di mescolare varietà diverse di uve, anche a bacca bianca, per migliorare la qualità del vino prodotto, come insegnato dal Barone Ricasoli. Non essendo la produzione del Chianti, a quel tempo, in grado di far fronte alla crescente domanda, si cominciò a produrre vino, con i sistemi e gli uvaggi utilizzati anche nei territori limitrofi, ottenendo prodotti che, in un primo tempo, venivano chiamati “all’uso Chianti”. Nel 1924 un gruppo di produttori diede vita al Consorzio per la difesa del vino Chianti che ricevette la Denominazione d’Origine Controllata nel 1967 e il riconoscimento di Docg nel 1984. Solo nel 1996 il Chianti Classico ottenne un proprio disciplinare in cui venne rimossa la possibilità di utilizzare le uve a bacca bianca e la suddivisione in Chianti Classico Annata Docg, Chianti Classico Riserva Docg e, solo più recentemente, Chianti Classico Gran Selezione Docg con la possibilità di indicare una delle undici Unità Geografiche Aggiuntive, che rappresentano sottozone specifiche all'interno del disciplinare. Nel Chianti Docg invece si mantiene la possibilità di utilizzare un massimo del 10% di uve a bacca bianca, mentre il disciplinare prevede la categoria Chianti Superiore Docg e la descrizione di sette sottozone: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli e Rufina.

La tenuta della famiglia Mugnaini ha una storia di tre generazioni, iniziata negli anni Cinquanta con la produzione di Chianti su alcuni ettari a Barberino Val d’Elsa. La tradizione si intreccia con l'innovazione grazie all'arrivo, nel 2006, di Christiane, artista berlinese moglie di Alberto, che eredita la tenuta e a cui si deve il restyling delle etichette. Sotto la guida del figlio Robin, attore e viticoltore classe 1986, avviene invece una profonda ristrutturazione agronomica fino all’introduzione della biodinamica nel 2018. Ogni fase della lavorazione è gestita manualmente, dalla raccolta dell'uva alle fasi di fermentazione, senza l'uso di pompe, per garantire un rispetto totale dei processi naturali. In vigna ogni azione è pensata per non danneggiare il terreno, mantenendone l'equilibrio naturale, utilizzando preparati biodinamici, come il corno letame e il corno silicio, e il compostaggio che trasforma gli scarti organici in fertilizzante. Il calendario lunare e planetario guida le operazioni agricole richiedendo un approccio che necessita di sensibilità, intuizione e capacità di osservazione per andare oltre le ricette standardizzate. La tenuta si trasforma inoltre in un luogo di residenza per artisti, accogliendo creativi e pittori, come voluto da Christiane. Questo scambio di idee e esperienze contribuisce a rendere Le Masse un centro di ricerca e confronto, proiettato verso il futuro dove non solo si cerca di produrre vini di qualità, ma anche di adottare uno stile di vita che promuova la salute del suolo e la biodiversità.

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