Vini da donne

Vini da donne

Di norma, i consigli per l’8 marzo s’imperniano sulle sensazioni gustative, concentrandosi su una rosa di bouquet olfattivi e sulla scelta della giusta armonia di sapori da offrire ai palati femminili, storicamente considerati più raffinati. E così, alle donne vengono proposti di volta in volta Barbera, Dolcetto, Moscato, oppure vini che s’abbinino al meglio alla pietanza prediletta (come un buon piatto a base di pesce).

C’è tuttavia un altro lato della medaglia, che prende in considerazione non tanto la lingua e la gola quanto piuttosto la storia, la cultura e la tradizione di un vino, le sue origini e il contesto di produzione che l’ha generato. E quest’ultimo, per quanto si tenda a dimenticarlo, afferisce anche al gentil sesso.

Nomi di donna nella produzione vitivinicola

La lista da redigere, certo, sarebbe ben varia: non abbiamo nessuna ambizione di completezza, ma vorremmo rendere omaggio almeno ad alcune figure femminili di questo mondo troppo spesso considerato androcentrico. Vi è quindi l’esempio di Elisa Semino, definita “La Regina del Timorasso” ed erede di una tradizione familiare facente capo ai suoi bisnonni; sua è l’azienda de La Colombera, gestita insieme al padre e al fratello in provincia di Alessandria, a Tortona.

Un’altra figura da menzionare è quella di Beatrice Salvadori, che insieme al fratello Tommaso affianca il padre Alberto nella coltivazione di un podere di Grasparossa: eredità della nonna Anna Maria, il terreno di proprietà de La Battagliola è situato a Piumazzo, in provincia di Modena, terra di Lambrusco e Sangiovese.

Un terzo nome che va conosciuto è quello di Michela Muratori, volto dell’azienda Villa Crespia e “tuttofare” del brand franciacortino, come ama definirsi; situata ad Andro, la cantina utilizza tecnologie moderne che rispettano al massimo la preziosa materia prima.

Ancora, ritroviamo i nomi femminili di Marzia Varvaglione, guida dell’omonima azienda tarantina fondata nel 1921 dagli avi Angelo e Filomena; di Roberta Giuriali, sposa di Antonio Stelzer e con lui amministratrice della cantina Maso Martis, fondata nel 1990 e ad oggi condotta anche dalle due figlie della coppia, Maddalena ed Alessandra. Sono soltanto alcune delle donne che attualmente vivono in stretta relazione con l’ambiente vitivinicolo, soltanto alcune delle personalità femminili che entreranno a farne parte in futuro.

Nomi di donna sull’etichetta

Eminente omaggio storico alla figura dell’eroina dei due mondi Anita Garibaldi, il vino che porta il suo nome proviene dalle Cantine Pellegrino e non può che essere un dolce e liquoroso Marsala, nome che riecheggia l’impresa dei Mille e che, ad oggi, è inscindibilmente legato alla prima zona DOC del territorio siculo.

Ma l’onomastica al femminile non si ferma qui.

Annamaria Clementi, madre del fondatore dell’azienda Ca’ del Bosco, dà il nome ad un pregiatissimo Franciacorta Rosé Extra Brut; la Duchessa di Borgogna Maria, diventata a soli vent’anni Imperatrice del Sacro Romano Impero Germanico, dà invece il nome alla birra belga Douchesse de Bourgogne prodotta dal birrificio Verhaeghe Vichte. Per completare il trittico delle gradazioni alcoliche, menzioniamo anche Donnafugata, in riferimento alla Grappa Ben Ryé: la “donna in fuga” del titolo è infatti identificabile nella regina Maria Carolina d’Asburgo, così menzionata nel Gattopardo.

Nobildonne, eroine, moderne imprenditrici e viticoltrici, dunque: pronte a dimostrare come la produzione vitivinicola non sia, in questo ventunesimo secolo, di genere maschile.

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