Amari

Gli Amari, in tedesco Bitter, sono dei preparati alcolici, dal gusto spiccatamente amaro, usati come aperitivo o digestivo.

Attenzione a non confonderli con i distillati: gli amari nascono da distillazione, miscelazione o macerazione, ma alla base alcolica vengono sempre aggiunti aromatizzanti come erbe, fiori, radici, aromi, spezie e, se necessario, zucchero.

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I prodotti più buoni in una gamma che varia a seconda della gradazione alcolica, dell'aroma e del gusto: alle erbe, agli agrumi siciliani, alle mandorle, al cioccolato, al pistacchio.
Digestivi alcolici, liquori e distillati da cocktail e da fine pasto pregiati preparati con i migliori ingredienti selezionati.

L’Amaro, il rè del fine pasto per ogni cena che si rispetti. Gustato dopo una serata in compagnia, come ottima conclusione, o da soli come bevanda dopo pasto per aiutare la digestione; c’è sempre un buon motivo per finire la giornata con un buon amaro.
L’amaro è conosciuto anche come “l’elisir di lunga vita”; è facile intendere quanto questo sia un prodotto antico legato ai miti ed alla tradizione, ma ancora molto attuale.
Insomma, un prodotto senza età!

L’amaro è uno prodotto nazional-popolare tricolore tra i più longevi, il fine pasto che da sempre presenzia nelle nostre vite in più occasioni; è come un vecchio zio a cui ognuno di noi è legato, per tradizione.


Come viene prodotto l'amaro?

L’Amaro è il risultato di un primo processo di infusione di erbe aromatiche e/o piante in alcol, seguito poi da un periodo più o meno lungo di macerazione. Il composto così ottenuto viene poi filtrato e, con l’aggiunta di uno sciroppo ottenuto dall’unione di zucchero ed acqua, si giunge al prodotto finito per come lo conosciamo oggi.
Gli ingredienti di base dell’Amaro sono quindi i più semplici e tradizionali: acqua, alcool, zucchero e ovviamente le erbe aromatiche come il ginepro, l’assenzio, la genziana, il sambuco, la menta e l’alloro; ma si utilizzano anche altre piante come il carciofo, la liquirizia e gli agrumi.
In base a quali, alle quantità e al mix scelto si ottengono le più svariante tipologie di liquori, dai più dolci ai più amari, dai digestivi, ai perfetti complementari per fantastici cocktail.

Un amaro non è altro quindi che un liquore di erbe, fiori, frutti e radici sapientemente selezionati e miscelati, lasciati macerare, distillati e fatti invecchiare.
Una bevanda che per le proprietà benefiche delle erbe da cui era ricavato, veniva usata nell’antichità come vero e proprio medicinale; ad oggi l’unica accezione che, in tal senso, viene ancora attribuita agli amari alle erbe è quella di un buon digestivo.
Ogni amaro ha alle spalle una storia quasi romanzesca, noi di Ferrowine ti vogliamo invitare a conoscerne le origini e la tradizione per rendere la degustazione del tuo amaro preferito un’esperienza gustativa, olfattiva e visiva ancora più piacevole e coinvolgente.

Gli amari hanno tutti una gradazione molto elevata, rientrano infatti nella categoria dei superalcolici.
È proprio per questo motivo che una dose singola di amaro, il così detto shot, è di soli 4 cl.


Tra storia e tradizione, uno shot di emozioni

Siamo dinnanzi a un’icona vintage che non è mai tramontata, anzi ha saputo rinnovarsi nel tempo, sempre al passo con l’evoluzione dei costumi, ora protagonista della mixology.
L'amaro è una bevanda “spiritosa” aromatizzata, impreziosita dalla componente vegetale e dalle erbe medicinali.

Per la produzione dell’amaro, l’estrazione delle sostanze aromatiche può avvenire in diversi modi:
- Distillazione: gli aromi ottenuti dalle piante aromatiche vengono estratti mediante la distillazione di un infuso alcolico. Questo metodo garantisce un’ottima finezza perché permette alle sostanze aromatiche di legarsi profondamente all’alcool.
- Percolazione: l’estrazione delle sostanze aromatiche avviene facendo passare acqua calda o alcool etilico caldo sulla materia prima, che è adagiata su di un filtro. Questa tecnica ha il vantaggio di essere molto rapida, ma rischia di intaccare gli aromi originali a causa delle temperature elevate. Viene principalmente utilizzata nelle produzioni industriali.
- Tintura o Infusione: è il processo più utilizzato per gli amari. Le essenze vengono lasciate macerare a lungo separatamente in una soluzione alcolica. Questa è in grado di estrarre le sostanze che danno gusto e corpo all’amaro, nonché tutti gli aromi e le “proprietà officinali” delle erbe, che, in un secondo momento vengono unite assieme alla miscela di acqua, alcool e zucchero nelle giuste dosi e proporzioni.

L’incredibile varietà di amari presenti nel mondo è dovuta alla ricerca spasmodica dell’elisir di lunga vita.
Fin dai tempi di Ippocrate, le infusioni in alcol sono state usate a scopo medicinale ed è proprio nell'antica Grecia che comincia la storia dell'amaro.
Anche l’Italia nel tempo ha acquisito una grande tradizione di amari: ogni zona ha sviluppato la propria specialità, fino a diventare il paese produttore con il più alto numero di amari nel mondo.
Nella nostra penisola l’amaro ha trovato la sua consacrazione assieme al rito del caffè, che ne ha trainato il consumo.

Nel 1848 in via Canonica 86, nei pressi del Teatro La Scala di Milano, un farmacista bolognese apre un bar: il suo nome è Ausano Ramazzotti e, per la prima volta nella storia, servirà un drink senza la minima presenza di vino. Stiamo parlando dell’Amaro Ramazzotti!

Non è però il primo amaro di Milano perché qualche anno prima, nel 1845, viene depositata la ricetta, tuttora segreta, di un infuso con fiori, foglie, radici e fusti ideato da Bernardino Branca. Poco più tardi, nel 1862 comincia la produzione del Fernet-Branca.

Poco tempo dopo, a seguito di un viaggio lungo tutta l’Europa di Stanislao Cobianchi, mette in commercio il suo elisir, dedicato alla principessa Elena del Montenegro. Nasce così l’Amaro Montenegro che vivrà la sua stagione d’oro nel 1921, grazie alle bevute di Gabriele D’Annunzio in compagnia degli intellettuali del tempo.

Al sud Italia l’amaro è arrivato dopo, questo perché in ogni casa da Roma in giù si produceva liquore e questo ha reso il mercato saturo ancora prima della nascita di un mercato vero e proprio.
Ciò nonostante, ancora oggi alcuni dei marchi più famosi d’Europa sono nati proprio al Sud.

Risalendo la regione e tornando indietro negli anni ci fermiamo a Catania dove troviamo Giuseppe Caffo, il più importante distillatore della Sicilia. La sua azienda è florida, regina incontrastata del mercato, ma la sua passione sono gli infusi. Ha remore sulla produzione, vista la "concorrenza" casalinga, ma dopo anni di ricerche in tutta Italia si convince a produrre una serie di alcolici a base di erbe officinali. Solo nel 1915 l’azienda è così sicura del prodotto da invadere il mercato nazionale con il Vecchio Amaro del Capo.

La pubblicità invade il Bel Paese e gli amari diventano le “icone pop” del tempo: il Cynar diventa un’icona cinematografica, il Ramazzotti conia “la Milano da bere" e come non ricordare lo spot pubblicitario dell’Amaro Montenegrosapore vero”, oppure dell’Amaro Lucano con il suo "Cosa vuoi di più dalla vita?".

Attenzione a non confondere gli amari con i liquori, ricorda:
tutti gli amari sono liquori, ma, non tutti i liquori sono amari!
Come suggerisce il nome stesso, dipende dalla quantità di zucchero presente all’interno della bevanda. L’amaro non ha proprietà dolci, la sua amarezza è dovuta dall’utilizzo di una bassa percentuale di zucchero.


Alcuni tra gli Amari più famosi ed amati al mondo

Il Cynar
Il cuore di questo storico amaro, tra i meno alcolici ed i più delicati, è un estratto dalle foglie di carciofo, accompagnato da un mix di 13 erbe aromatiche differenti.
Per decenni consumato per le sue proprietà digestive, ora è possibile gustarlo anche sotto forma di spritz, miscelato con soda, tonica o prosecco; perfetto per le pause primaverili ed estive al bar.
Una bevanda che colpisce ancor’oggi per il suo profumo, per il sapore delicato, ma persistente, e per la gradazione leggera che lo rende adatto a tutti i palati.

L’Amaro del Capo
Una delle icone del sud Italia; nasce da un infuso di 29 erbe officinali e con i suoi sapori di arancio amaro, liquirizia, mandarino, ginepro e camomilla, è in grado di racchiudere tutte le essenze della Calabria.
Ha un gusto incredibilmente gentile ed aromatico; da bersi rigorosamente con ghiaccio, ma se volete gustarlo in una versione più originale e piccante provate a miscelarlo con soda, bitter rosso e con un pizzico di peperoncino.

L’Amaro Lucano
Sambuco, salvia, aloe e genziana, sono solo alcune delle 30 erbe che compongono la miscela segreta di questo amaro che nasce verso la fine dell’800 a Matera.
È un amaro che si presta bene per gustosi aperitivi rinfrescanti: provalo con succo di mela verde e ginger, o semplicemente con ghiaccio, gazzosa e una fettina di limone.

Il Fernet Branca
Questo liquore di sapore amaro è prodotto con erbe e spezie dei quattro continenti, fra cui genziana, curaçao, zafferano, arancio amaro, mirra ed altre spezie, su una base di alcool di vite.
L’amaro meneghino dal tono deciso, dalle ricche note amare e speziate potrebbe essere anche un buon compagno per un aperitivo a base di tapas; sicuramente un’esperienza diversa dal solito. Prova irrorando delle fettine di pane con il Fernet e fatele seccare al forno, saranno una sfiziosa base su cui spalmare gustose creme agli ortaggi.

L’Amaro Braulio
L’amaro d’alta quota, nato 140 anni fa simbolo della Valtellina, si caratterizza per il forte gusto amaro e balsamico.
Se per tradizione lo si è sempre bevuto liscio o con ghiaccio, oggi, può diventare un piacevolissimo after dinner se miscelato con vodka e bitter.

L’Amaro Averna
Tra gli amari italiani più venduti e conosciuti all’estero, nasce in Sicilia a fine ‘800.
Per poterne apprezzare al meglio le sfumature mediterranee, sorseggialo miscelato con due parti di succo di arancia rossa siciliana, ghiaccio e qualche fogliolina fresca di menta e timo. Un aperitivo che non può mancare durante i tramonti estivi.

L’Amaro Montenegro
L’amaro tanto amato e decantato da Gabriele D’Annunzio, dal colore ambrato e dal gusto deciso, piacevolmente equilibrato tra note dolci e amare.
L’Amaro Montenegro vanta una storia nobile ed antica: nasce a Bologna nel 1885 grazie al connubio tra 40 erbe aromatiche, provenienti da 4 continenti, selezionate, estratte e miscelate secondo una ricetta segreta ed un metodo di produzione ancor’oggi interamente artigianale.
Può essere un buon compagno per dei gustosi after dinner a bordo piscina se miscelato con del succo di pompelmo, succo di lime e ghiaccio.

L’Amaro Ramazzotti
Anice, cardamomo, chiodi di garofano, mirra, arancia e altre 28 erbe e spezie, rendono il gusto di questo amaro, che vanta più di 200 anni di storia, armonico, intenso e corposo. Un perfetto mix di erbe e spezie, fiori e frutti provenienti da tutto il mondo.
Gustato liscio o miscelato, è un amaro ottimo per accompagnare ogni tuo momento di relax.

L’Amara
Ammaliante e profumato è un amaro che proviene direttamente dalle pendici dell’Etna.
L’Amara è un nuovo prodotto che entra nello scenario degli amari ideato da due giovanissimi imprenditori siciliani. L’anima di questo liquore è l’arancia rossa di Sicilia valorizzata da un mix di erbe aromatiche.
La sua piacevole aromaticità lo rende versatile per qualsiasi preparazione di cocktail e aperitivi, dal Cosmopolitan allo Spritz all’Amaratonik, ideale per un mixology party dal sapore tutto siciliano.

Il Jefferson
è un amaro letteralmente leggendario, lo si può definire come il miglior amaro italiano in assoluto.
Apprezzato sia a livello italiano che europeo, è un amaro dal sapore unico, che racchiude gli autentici sapori mediterranei. I suoi ingredienti vanno dal bergamotto, alle migliori arance sia amare che dolci, dall’origano, al rosmarino.

Lo Jägermeister 
L’amaro più famoso al mondo.
Letteralmente significa “guardiacaccia”, è un amaro che nasce in Germania nel 1934 per opera di Curt Mast, noto cacciatore.
La sua ricetta è sempre stata un segreto, sappiamo solo che è il risultato della perfetta combinazione di ben 56 ingredienti di primissima qualità tra frutti, erbe, spezie e radici, tra i quali risaltano l’anice stellato, l’ortica, lo zenzero e la buccia di arancia.
Può essere gustato come un ottimo digestivo o utilizzato per preparare dei deliziosi cocktail.
Immancabile presenza nei bar di tutto il mondo, lo Jägermeister non può mancare nella casa di un vero amatore dei digestivi di qualità.


Come si degustano gli amari

Gli amari sono ottimi in degustazione, alcuni a freddo o addirittura ghiacciati, per rinfrescare il palato, altri a temperatura ambiente per poter assaporare ogni sfaccettatura dell’infusione.
Per la degustazione degli amari non ci sono regole rigide come per il vino o per i distillati, l'analisi deriva molto di più dall’impatto sensoriale, sensazioni per lo più soggettive.

Sappiamo bene quale sia il piacere che l’amaro riserva a tutto il corpo: un buon digestivo che sgonfia stomaco e intestino recando fin da subito una piacevole sensazione di benessere. Diventa importante, dunque, servirlo nel modo giusto.

Il primo senso ad essere colpito è la vista: gli amari andrebbero sempre serviti nel classico bicchiere a forma cilindrica o tronco conica.
Per gli amari con ghiaccio è bene optare per un tumbler basso e svasato.
Per un effetto scenico migliore si può scegliere di decorare il bicchiere con rametti di erbe aromatiche.
Quindi, in caso di amari chiari o trasparenti è preferibile scegliere sempre un bicchiere di cristallo trasparente e sottile. Con amari da servire freddi, è meglio scegliere calici a stelo per impedire che la mano scaldi troppo il bicchiere.

Ricorda che la dose di amaro da versare nel bicchiere deve sempre rispettare il rapporto di 1/3 rispetto alla capacità del bicchiere stesso. 

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