Il Franciacorta ha una storia dalle origini antichissime. L'ipotesi più accreditata è che questo vino sia nato per opera dei monasteri cluniacensi e cistercensi, che da Cluny arrivarono a Franciacorta nel XI secolo. Erano monasteri particolarmente potenti, chiamati anche "Francae Curtes": erano corti libere dalle tasse, che ottennero l'esenzione dal pagamento del dazio grazie alla bonifica e coltivazione degli ampi territori che amministravano. Proprio dal nome Francae Curtes nacque il toponimo "Franzacurta", che apparve negli annali del Comune di Brescia già nel 1277.
Nel 1570 invece il Franciacorta viene citato nel libro "Libellus de vino mordaci" del medico bresciano Girolamo Conforti. In particolare, egli elogiò i pregi terapeutici dei vini con le bollicine e sottolineò come fossero largamente consumati e diffusi. Li definì "mordaci", cioè briosi e spumeggianti. Inoltre, per Conforti i vini franciacortini divenivano sempre più spumeggianti durante i mesi invernali, per deperire, smorzandosi, nel periodo estivo. L'origine della spuma stava dunque nell'ebollizione nel mosto o, più correttamente, nella fermentazione, che anche allora andava controllata, in modo che la "scoria gassosa, leggera e pungente" non si disperdesse. Da queste rinomate illustrazioni, si evince che probabilmente i produttori di vino franciacortino con le bollicine, per accentuare e prolungare la fermentazione, tornarono ad utilizzare i chicchi d'orzo.
A partire dalla seconda metà dell'Ottocento le produzioni vitivinicole crebbero esponenzialmente, fino a superare di gran lunga le necessità della popolazione. Iniziarono così le prime attività commerciali, fino a quando Franco Ziliani, con la sua prima annata di "Pinot Franciacorta" nel 1961, diede il via all'attività produttiva moderna e codificata del Franciacorta.
Franciacorta DOCG, un vino eccellente che nasce nelle dolci colline bresciane
Nel cuore della regione lombarda e affacciata sul Lago d'Iseo, Franciacorta si estende per 200 km², comprendendo un totale di 19 comuni della provincia di Brescia. Le sue colline, delimitate a ovest dal fiume Oglio e a nordest dalle propaggini delle Alpi Retiche, sono nate grazie ai ghiacciai ritiratisi oltre 10.000 anni fa. Il suolo ha quindi origini moreniche ed è caratterizzato da un'enorme ricchezza di minerali aggiunti, diversi da quelli derivati dalle sole rocce presenti sul posto, che hanno così costituito la base perfetta per una viticoltura di qualità. La conformazione di queste splendide colline, insieme alla loro granulometria, facilitano il rapido allontanamento delle acque in eccesso, evitando quindi possibili ristagni e fisiopatie. I vitigni ammessi per il Franciacorta DOCG sono lo Chardonnay, il Pinot bianco e il Pinot nero. Nel Rosé deve essere presente almeno per il 25% il Pinot Nero, mentre per il Satèn possono essere utilizzare unicamente uve a bacca bianca.
Nel periodo vegetativo le precipitazioni sono ben distribuite e comprese tra i 500 e i 600 mm. Seguendo l'indice bioclimatico di Winkler, le temperature tra i 1800 e 2300 gradi giorno, garantiscono un'adeguata maturazione delle uve. La vicinanza alla pianura provoca un regime di brezza e inversioni termiche, mentre il Lago d'Iseo funge da volano termico e riduce le escursioni termiche annue, diminuendo il rischio di gelate e influenzando precipitazioni e venti. La vallata della Val Camonica, in aggiunta, assicura una ventilazione continua e un regolare apporto idrico, evitando ristagni di umidità.
Un minuzioso studio dell'Università di Milano, condotto intorno agli anni Novanta, ha studiato la vocazionalità enologica del territorio vitivinicolo della Franciacorta, analizzando inoltre l'effetto delle caratteristiche morfologiche e climatiche sui vigneti. Sono state individuate sei unità vocazionali, ognuna con suoli, caratteristiche di tessitura, capacità di drenaggio e fertilità differenti. Sei unità quindi che testimoniano la ricchezza e il patrimonio che questo prezioso vino rappresenta per l'enologia italiana.
Le caratteristiche organolettiche del Franciacorta DOCG e come abbinarlo
Il Franciacorta DOCG è caratterizzato da un colore giallo paglierino più o meno intenso, con bollicine fini e persistenti, insieme a eventuali riflessi dorati o verdolini. Il suo odore è composito, ampio e gentile, mentre al palato risulta armonico, sapido e fresco. Dal perlage fine e persistente, il suo profumo è leggermente vinoso, con sentori di crosta di pane e lieviti, ma anche di frutta secca e agrumi.
Varie sono le tipologie del Franciacorta: Pas Dosè, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Sec, Demi Sec, e Millesimato, il quale viene prodotto solo nelle annate migliori, con una percentuale minima dell'85% dell'annata in questione. La variante Satèn, prodotta con passaggio in botti e sole uve Chardonnay e Pinot bianco, rappresenta uno dei vini più richiesti della zona di produzione, che si distingue per il suo perlage più fine e un gusto più morbido.
Grazie alla sua versatilità il Franciacorta può essere abbinato a vari piatti dolci o salati, dal pesce fino alla carne, sia rossa che bianca. Tenendo conto del grado zuccherino si può trovare la combinazione perfetta per ogni occasione. Ad esempio, per un aperitivo si potrà scegliere la variante Brut, mentre il Demi-Sec è ideale per accompagnare il dolce alla fine del pasto.
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