Prosecco Valdobbiadene Conegliano Docg

Il Prosecco è un vino dalla piacevolezza unica e offre un bouquet delicato e carezzevole, fruttato, con pera, mela golden, pesca, rose e mandorle, fiori bianchi e sentori classici “da forno” dei lieviti. Al palato è sapido, fresco, con ritorni minerali e perlage stuzzicante. La struttura è leggera, un calice conviviale da usare in aperitivo o per cocktail semplici. Il vitigno impiegato per produrre questo spumante è la Glera, per circa l’85%, un vitigno antico di origine sconosciuta, ma di cui si inizia già a parlare nel 1500 in alcuni atti di compravendita di terreni. È un vitigno semi aromatico, cioè profumato e ben riconoscibile, ma non in maniera così perentoria come il Gewurztraminer o il Moscato per citare i due più eclatanti, il resto possono essere vitigni a bacca bianca come Verdisio, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, più raramente Chardonnay o Pinot grigio o Pinot Bianco.

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Alcuni cenni sulla storia del Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG

Le tappe fondamentali che hanno segnato la storia di questo vino sono state numerose: nel 1769 venne fondata l’Accademia di Conegliano, una sorta di circolo culturale a tema enologico, costituito da proprietari viticoli ed esperti del settore. Ed è proprio qui, che nel corso di una riunione del 1774, che Francesco Maria Malvolti citò per la prima volta in maniera ufficiale il vino Prosecco, lodandone le qualità.

Enorme contributo alla nascita di questo vino si deve al conte Marco Giulio Balbi, il quale, nel suo libretto composto “Per le auspicatissime nozze Bianchini-Dubois” descrisse le proprie coltivazioni che si trovano a metà tra Conegliano e Valdobbiadene a Pieve di Soligo. “… un quarto delle suddette Pertiche cen.380, non potendosi con esattezza precisare la quantità è tutta a vigneto, che piantai a viti Prosecche, più sicure ed ubertose di ogni altra qualità, e che danno un vino bianco sceltissimo, pieno di grazia e di forza”. Con il conte Marco Giulio Balbi nacque così la storia moderna del vino Prosecco. Otto anni più tardi, nel 1876 venne fondata la prima scuola enologica italiana, la Scuola Enologica di Conegliano.

Nel 1868 venne fondata a Conegliano la Società Enologica Trevigiana per volere di Antonio Carpenè e l’abate Felice Benedetti, nucleo originario della futura Carpenè Malvolti, la prima cantina spumantistica dell’area del Prosecco. Essa aveva lo scopo di promuovere il vino Prosecco, soprattutto in termini qualitativi, esso infatti assumerà connotati fino ad allora mai visti per quanto riguarda la propria purezza.

​​​​​​​Nacque così, nel 1923, la Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia di Conegliano. Negli anni Trenta del Novecento si delinearono per la prima volta i confini dell’area di produzione del Prosecco; essi corrispondono a quelli che tuttora delimitano la zona del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. 

Nel 1962 venne fondato il Consorzio di Tutela del vino Conegliano Valdobbiadene con lo scopo di difendere, promuovere e valorizzare l’immagine del Prosecco sia a livello nazionale che internazionale.

Nel 1969 il Conegliano Valdobbiadene ottenne il riconoscimento del Disciplinare di produzione il quale sancì la nascita ufficiale del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOC (Denominazione di Origine Controllata). Quarant’anni più tardi, nel 2009, esso è diventato DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), il massimo riconoscimento italiano per un vino.

Il territorio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene 

Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono situate in Veneto, a 50 km da Venezia e circa 100 dalle Dolomiti. Fin dal 1969, anno in cui viene riconosciuto a questo Prosecco la Denominazione di Origine Controllata, la produzione è limitata a 15 comuni. A due di questi comuni, Conegliano e Valdobbiadene, si deve la nomenclatura del vino. 

Nel 2019 queste splendide colline vengono nominate Patrimonio dell'Unesco, per celebrare il contributo dei viticoltori che hanno reso il territorio una fonte di ricchezza unica. 

I suoli del Conegliano Valdobbiadene hanno un’origine molto antica, che risale al sollevamento dei fondali marini e lacustri. Una parte delle colline è stata rimodellata dai ghiacciai delle Dolomiti, che hanno portato a valle vari sedimenti. I suoli che ne derivano sono profondi, costituiti da conglomerati di roccia e sabbia con molta argilla e talvolta ferro. Dove il ghiacciaio non ha agito, si sono mantenuti suoli di origine marina, composti di marne e arenarie, meno profondi e più filtranti. Ciò determina una coesistenza di molti tipi di terreni diversi ma anche una diversa conformazione delle colline, ora più dolci, nell’area di Conegliano, ora più ripide e completamente esposte a sud in quella di Valdobbiadene. Tutte le combinazioni di pendenza, esposizione e suoli rendono ogni microzona diversa, come si scopre grazie alle tipologie Rive e Cartizze.

Lungo le colline si estende anche la Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene: è un percorso lungo oltre 90 km caratterizzato da numerose attrazioni storiche e artistiche. È possibile, ad esempio, visitare le aziende agricole del posto, insieme a svariati agriturismi e ristoranti. Vengono organizzati anche eventi di vario genere, nel corso di tutto l'anno. 

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore: le peculiarità e gli abbinamenti

Le varietà del Prosecco sono distinte in base alla quantità di residuo zuccherino presente. Dal più dolce al più secco abbiamo quindi: Dry, Extra Dry, Brut e infine Extra Brut. Il Brut è il più secco, adatto quindi come aperitivo. La variante extra dry è quella più comune, mentre il Prosecco Dry è generalmente accompagnato con pasticceria seccaNonostante il Prosecco sia il re degli aperitivi, i differenti dosaggi zuccherini lo rendono un vino a tutto pasto, in particolare nella versione Brut.

La versione Extra Brut ( tra 0 e 6 grammi di zucchero per litro), è quella più in voga al momento, poiché si adatta al gusto contemporaneo sempre più secco. È indicato per crudités e per primi di mare e di terra. Il Brut (fra i 7 e i 12 grammi di zucchero per litro), con i suoi sentori agrumati e vegetali, è apprezzato generalmente insieme ad antipasti di verdure o di pesce (anche elaborati), oppure con primi di frutti di mare e piatti di pesce al forno. Nel territorio di produzione è invece un vino a tutto pasto. La versione Extra Dry (tra 12 e 17 grammi di zucchero per litro), la più tradizionale e ottima come aperitivo, è perfetta per minestre di frutti di mare e legumi, o con paste con sughi di carne delicati, formaggi freschi e carni bianche. Infine, la variante Dry (tra 17 e 32 grammi di zucchero per litro) è la meno diffusa ed è tendenzialmente utilizzata per esaltare il fruttato floreale: è infatti combinata spesso con dolci a pasta secca o con cibi piccanti della cucina fusion. 

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