La nostra selezione di Moschioni

Nel 1989 Michele Moschioni ha scelto di andare controcorrente: fare solo vini rossi, in una terra di grandi bianchi. Scelta non dettata dalla volontà di essere originale a tutti i costi ma dal desiderio di dare vita al patrimonio che si trovava tra le sue mani: le sue viti di Pignolo, Schioppettino, Refosco, Tazzelenghe. Filari di vitigni autoctoni storici, sicuramente difficili, ma capaci di esprimere il carattere unico di questa parte di Friuli: i Colli Orientali. 

A questi vitigni si aggiungono le uve di Merlot, ottenute con grande fatica da vecchie viti “a piede franco”, ceppi di 60 anni senza porta-innesto che dicono ancora di un mondo felice senza la Filossera.

Questi pochi vini, senza rumore, con molta umiltà, si sono imposti via via in Italia, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Giappone e per più di qualcuno Moschini risulta essere il “miglior rossista italiano”.

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